Visualizzazione post con etichetta pane raffermo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pane raffermo. Mostra tutti i post

venerdì 11 marzo 2016

La scurdijata


La scurdijata è forse il piatto che meglio rappresenta il Salento contadino e povero dei nostri nonni, dove il cibo era sacro e buttare gli avanzi era un sacrilegio.
E' proprio dagli avanzi che nasce questo piatto antico e tanto gustoso che veniva consumato all'alba prima di una dura giornata di lavoro.
Nel Salento la scurdijata ha nomi diversi a seconda di dove ci si trova, da marenna, a scarfatu, a muersi, a cecamariti (così definiti perché le donne riuscivano a prendere per la gola i mariti, che tornavano stanchi dalla campagna, con una pietanza tanto buona che lasciava immaginare una lunga preparazione, mentre era invece realizzata con gli avanzi in poco tempo. I mariti ingenuamente immaginavano le mogli impegnate per una giornata intera a preparare per loro, e le consorti invece se la chiacchieravano beate con le comari e le vicine fino a poco prima del loro rientro dai campi!).
Gli ingredienti della scurdijata sono la verdura avanzata dal giorno prima, solitamente verdura di campagna, fagioli, piselli secchi, ceci o fave cotti alla pignata (cotti cioè nella tradizionale pentola di coccio insieme agli aromi che si preferiscono) e pane raffermo.




In un tegame si mette a scaldare abbondante olio con aglio o cipolla e peperoncino, poi si ci buttano dentro le verdure e si fanno saltare e dopo qualche minuto si aggiungono i legumi, si mescola e si continua la cottura a fuoco lento.
Nel frattempo, a parte si frigge il pane raffermo tagliato a tocchetti e poi lo si aggiunge al misto di verdure e legumi, lasciando amalgamare il tutto ancora un po'.


Io ho preferito evitare di friggere il pane e l'ho tostato, il risultato è stato parimenti buono, ma inutile dire che chi lascia la via vecchia per la nuova... Non ci sono dubbi, il pane fritto è da preferirsi!

lunedì 21 dicembre 2015

Torta di pane, ricotta e mandorle tostate



Ci sono periodi in casa mia in cui si compra il pane nelle giuste quantità, ma poi sembra si moltiplichi. Succedesse la stessa cosa anche col pesce, inizierei a pensare che qualcosa non torna...! Di solito, il modo più veloce e pratico per riciclare il pane duro è quello di tostarlo in forno e poi tritarlo, ma ormai ho vasetti enormi pieni di pangrattato, per cui devo diversificare. In realtà conosco diversi modi per smaltire il pane rimasto, ma di questi magari parleremo in un'altra occasione.
Oggi vi presento questo dolce buonissimo, che, per la verità, nasce da un rivisitazione di una ricetta molto interessante che ho letto, gironzolando qua e là sul web.

Ingredienti:
300 g di pane raffermo (io panini bianchi)
400 ml di latte tiepido
60 g di fecola di patate
160 g di zucchero di canna
50 g di cacao in polvere
2 uova
250 g di ricotta
200 g di gocce di cioccolata fondente
200 g di mandorle tostate
1 cucchiaino abbondante di cannella in polvere
1/2 lievito per dolci

Per necessità di tempo mi sono servita del bimby, oltre che per tritare il pane e le mandorle, anche per impastare, (di solito non amo utilizzare le sue "fredde" lame, perché mi piace pensare che il calore e l'amore che ci metto, soprattutto quando cucino per i miei cari, in un modo o nell'altro attraverso le mie mani passino anche al cibo che preparo).
Come prima operazione, ho tritato nel bimby in maniera grossolana le mandorle pelate e precedentemente tostate e le ho messe da parte. Successivamente ho tritato il pane piuttosto finemente e poi ho inserito nel boccale la fecola, il lievito, lo zucchero, il latte la ricotta e le uova. Ho fatto andare per venti secondi a velocità 6. Ho poi tolto l'impasto dal boccale ed in una ciotola ho aggiunto le gocce di cioccolata e le mandorle tritate.




Infine ho versato la torta in una teglia di 28 cm di diametro ed ho messo in forno a 180° per 40 minuti circa (come sempre, temperatura e tempi d cottura dipendono dal forno.




Come copertura ho usato una glassa al cioccolato fondente, ottenuta sciogliendo nel microonde 200 g di cioccolato, al quale ho poi aggiunto 100 ml di panna fresca.




Aiutandomi con una spatola ho poi steso la glassa sul dolce in uno strato volutamente irregolare, mi piaceva evidenziare l'aspetto rustico della torta.
Ho decorato con striscioline di arancia candita, pezzetti di cannella e una stellina di buccia di mandarino.