domenica 6 dicembre 2015

Da San Nicola a Santa Claus

Oggi è il sei dicembre e si festeggia San Nicola di Myra, conosciuto anche come San Nicola di Bari.
Ho sempre saputo che la figura di Babbo Natale fosse stata ispirata da questo santo, ma solo da poco ho iniziato, così, quasi per caso, a “sfogliare” il web alla ricerca di qualche informazione sulla bibliografia del Vescovo Nicola.
Ho scoperto un uomo buono, prima ancora che un santo.
Nato fra il 260 e il 280 d.C. a Patara (Turchia) da una ricca famiglia del luogo, alla morte dei genitori ereditò un ricco patrimonio che utilizzò per aiutare i poveri.
In realtà sulla vita di San Nicola si hanno poche notizie certe, e quelle che abbiamo sono intrecciate con racconti e leggende. Tutte le notizie tuttavia concordano nel presentarci un uomo che ha dedicato la propria vita ai poveri ed ai bisognosi. Si racconta che regalasse cibo e denaro ai meno abbienti, calandoglielo anonimamente attraverso il camino o dalle finestre delle loro case, oppure che una volta andò in aiuto dei bambini poveri ed affamati di una lontana città, raccogliendo frutta, verdura, farina e zucchero dal mercato del suo paese che poi caricò su una barca con la quale egli stesso navigò fino alla città. Una volta arrivato, bussò ad ogni casa dove vivesse un bimbo povero e lasciò ad ognuno un cesto pieno di cibo. La tenerezza di Nicola verso i piccoli è poi testimoniata dal miracolo con il quale riportò in vita tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne.
San Nicola è, non a caso, il protettore dei bambini.
Nicola tuttavia era attratto da tutti i bisognosi. Si racconta di un padre di famiglia oberato dai debiti, che non riusciva a far sposare le proprie tre figlie, perché la povertà in cui versava non gli consentiva di dare loro una dote sufficiente e la disperazione era tale che il padre aveva deciso di avviare le figlie alla prostituzione. Nicola, venuto a conoscenza del fatto, decise di aiutare quella famiglia, donando loro il denaro sufficiente per far sposare le tre figlie. La leggenda narra che Nicola, per due volte avesse lanciato un sacchetto pieno di monete dalla finestra per non farsi scoprire e una terza l'avesse calata dal camino. Questo episodio ha reso San Nicola protettore delle donne nubili, soprattutto di quelle che hanno il desiderio di sposarsi. A partire da questo racconto, inoltre, san Nicola divenne nella fantasia popolare colui che nella notte della sua festa, il 6 dicembre, portava doni ai bambini buoni e bisognosi, calandoli attraverso il camino o lanciandoli attraverso una finestra aperta. 
Noto come il Santo del dono, Nicola muore a Myra nel 352 e qui il suo corpo rimase fin al 1087, anno in cui un gruppo di pescatori baresi riuscì a sottrarne i resti ai Turchi che avevano invaso la città e a portarli a Bari, dove giunsero il 9 maggio dello stesso anno.
San Nicola è patrono di Bari dove si festeggia sia il 6 dicembre, sia il 9 maggio, data appunto in cui il Santo arrivò nella città. San Nicola, inoltre, è patrono anche della Russia, della Lorena e della città di Amsterdam.
Il culto di San Nicola si diffuse sin dal medioevo in tutta Europa e in occasione della sua festa, in alcuni Paesi europei come Italia sopratutto del nord, Svizzera, Germania, Polonia, Olanda e, più in generale, nel Nord Europa, si affermò l’usanza di attribuire a San Nicola il compito di distribuire doni ai bambini: secondo la leggenda, il Vescovo arriverebbe di notte in groppa a un cavallo (o a un asino), lasciando dolci e strenne nelle scarpe dei bimbi buoni. Ma, se nell’Europa meridionale ed orientale la tradizione della festa del Santo al 6 dicembre e dei doni in suo nome non si interruppe mai, se non in tempi recenti, le cose andarono diversamente nell’Europa del Nord. Con l'avvento del protestantesimo, infatti, si vietò la venerazione dei santi e in particolare le tradizioni legate a San Nicola. Ma per quanto rigido fosse stato l'atteggiamento di Lutero e dei protestanti, soprattutto olandesi, nessuno riuscì a sradicare dal cuore dei bambini l'immagine di San Nicola, tanto che se si riuscì ad “addormentare” il ricordo del santo, non si riuscì ad allontanare dal folklore popolare la memoria dell’uomo dei doni.
Sono infatti proprio navi di olandesi protestanti ad aver portato il mito di San Nicola in America. Quando, nel 1613, gli Olandesi fondarono New Amsterdam, l'attuale New York, infatti, portarono con sé tutte le loro tradizioni ed anche la devozione a San Nicola, in olandese Sinterklaas, da cui poi sarebbe derivata la pronuncia americana Santa Claus.
Con l'arrivo nel nuovo mondo, Sinterklass è ormai definitivamente staccato dalla tradizione cristiana di San Nicola, per cui, col tempo, data la vicinanza della festa a lui dedicata con la vigilia di Natale, notte dello scambio dei doni per eccellenza, la consegna dei regali ai bimbi buoni si spostò dal 6 al 24 dicembre.
L'immagine di Santa Claus, col pancione ed il barbone bianco la dobbiamo allo scrittore americano Clement Clarke Moore, il quale nel 1823 scrisse la poesia A visit from Saint Nicholas dove descrisse il santo appunto come un elfo tondetto, con una lunga barba bianca, che giudava una slitta trainata da renne.
Se per il Natale del 1862 l'illustratore Thomas Nast raffigurò, sulla rivista statunitense Harper's Weekly, Babbo Natale con giacca rossa, barba bianca e stivali, sarà tuttavia la pubblicità della Coca Cola a conscegnarci l'immagine di Santa Claus che tutti conosciamo ancora oggi. Nel 1931, l’illustratore Haddon Sundblom, consegnò alla storia quello che rimarrà per sempre nell'immaginario di grandi e piccini Babbo Natale, traendo spunto da un personaggio britannico esistito realmente, con grande pancia e barba bianca e con un mantello verde che ispirò lo Spirito del Natale presente del racconto Canto di Natale di Dickens.

E così dopo aver leggicchiato qualcosina, un'adulta ancora innamorata di Babbo Natale, oggi è felice come una bimbetta, perché ha scoperto che quest'omone col pancione, la barba bianca, le giubba rossa col pellicciotto, le renne, la slitta, il suo Oh Oh Oh, i doni, il camino da cui si cala, nel quale ha intensamente creduto da piccola, in realtà non è semplicemente un personaggio fantastico, frutto di folklore e leggende, ma è esistito realmente tantissimi anni fa e continua a vivere ancora oggi. 
Vive non solo nel cuore dei bimbi, ma anche in quello degli adulti, che pur essendo stati costretti a crescere e crescere significa anche dover conoscere verità poco piacevoli, conservano ancora vivo il ricordo dell'ansia di non offendere Babbo Natale, facendo i cattivi, della letterina con i doni, spedita al Polo Nord, dell'attesa, dell'elettricità della vigilia, degli occhi serrati e costretti a dormire, perché sennò Babbo Natale se siamo ancora svegli non viene, della frenesia della carta da regalo strappata per scoprire cosa l'omone ci ha lasciato sotto l'albero, della gioia di scoprire qualsiasi cosa, perché purché sia regalo qualsiasi cosa va bene. Racconto quello che succedeva quando ero piccola io, ma è esattamente quello che succede oggi ai miei bambini.
Santa Claus è magia ed è una meravigliosa parentesi fantastica in un mondo sempre meno colorato. Ed io ringrazio San Nicola per il suo dono di Babbo Natale, perché grazie a lui grandi e piccini almeno per qualche giorno decidono di essere più buoni e riescono ad essere più felici.


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